Europa Detox, 2018-ongoing
Photographic project

Europa Detox is an homage to the healing forces of Nature which has colonized a specific type of hill - public park recurrent in many European cities and called in German Trümmerberg, translatable as ‘rubbles mountain’. It is in fact an artificial structure built with debris from the destroyed cities by bombardments during WW2.
The project examine hybrid eco-systems, where aerial vegetation and the undergrowth is daily busy processing, assimilating, dispersing, breaking down and digesting the toxicity of our cultural heritage. 
The images are taken with a digital reflex, which blindly wedge in details thanks to the flexion of my body towards the ground, the photography is shotted by bending legs, by arms and pushed out hands towards details only perceivable by the means of the eyes. So the sight here loose paradoxically its centrality, since it is the human point of view that originated this toxicity that nature is slowly destroing, for many years. The result of this corporeal tuning are fragmented images, hypothesis for a non-human point of view, in places that however cannot overlook our species’ action. Until today my research has focused on Monte Scherbellino, in Stuttgart (Germany), Monte Stella, in Milan (Italy) and Górka Szczęśliwicka, Varsavia (Poland). The formalization of this research has until today taken the shape of a flux/multitude of images, here you can find a small selection.

Europa Detox è un omaggio alla forza rigenerante della Natura che ha colonizzato una specifica tipologia di collina-parco pubblico ricorrente in molte città europee e chiamata in tedesco Trümmerberg, traducibile come ‘monte di detriti’. Si tratta infatti di strutture artificiali costruite con i detriti delle città distrutte dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. 
Il progetto indaga ecosistemi ibridi artificiali-naturali, dove la vegetazione aerea e sotterranea (radici), la micro fauna e i miceti sono impegnati a processare, assimilare, disperdere, disintegrare, digerire la tossicità della nostra eredità culturale.
Le immagini sono scattate con una reflex digitale, che si incunea “alla cieca” nei dettagli grazie alla flessione del corpo verso la terra, la fotografia è scattata quindi dalle gambe che si flettono, dalle braccia e dalle mani protese verso dettagli solo intuibili attraverso lo sguardo. Il senso della vista perde paradossalmente di centralità, del resto è il punto di vista umano all’origine di quella tossicità che la natura lentamente distrugge, da molti decenni. Il risultato di questa pratica di ascolto corporeo sono immagini frammentate, un’ipotesi per un punto di vista non umano, in luoghi che tuttavia non possono prescindere dall’azione della nostra specie. 
La mia ricerca ad oggi si è concentrata su “Monte Scherbelino” a Stoccarda, Monte Stella a Milano e Górka Szczęśliwicka a Varsavia. La formalizzazione di questa ricerca ha fino ad ora preso la forma di un flusso/moltitudine di immagini, di cui qui una piccola selezione.